
In un mondo in cui i confini spesso simboleggiano le lotte, la 13ª edizione del No Border Fest, tenutasi il 21-22 ottobre presso La Città dell’Utopia di Roma, ha rappresentato un barlume di speranza. Questo festival annuale ha celebrato lo spirito di apertura, collaborazione e progresso sociale, attirando persone da diversi angoli del mondo. Man mano che il festival si svolgeva, è diventato chiaro che il No Border Fest era più di una semplice serie di eventi: era una testimonianza del potere della collaborazione internazionale.
Il viaggio verso il No Border Fest di quest’anno è iniziato con un campo di lavoro unico, in cui si sono riuniti 14 volontari internazionali provenienti da diversi Paesi. Questi volontar*, attraverso il progetto di European Solidarity Corps, guidati da una visione comune, hanno intrapreso il compito di rendere La Città dell’Utopia accessibile a tutti, in particolare alle persone con disabilità e agli anziani. Preparando un percorso per creare uno spazio inclusivo, hanno preparato il terreno per un evento che incarnava l’etica del festival.
TerraTERRA, un’organizzazione impegnata nel commercio equo e solidale e nelle pratiche etiche, ha reso omaggio al festival con la sua presenza. Hanno presentato prodotti biologici provenienti da aziende agricole locali, sottolineando l’importanza di metodi di produzione sostenibili e rispettosi dell’ambiente in un mondo segnato dalla produzione di massa.
La dimensione intellettuale del festival ha preso vita attraverso laboratori e dibattiti. Storie di Mondi Possibili ha condotto un workshop dal titolo “Confini Imprecisi”, esplorando l’idea di confini ambigui. A seguire Azione Comune di Pace ha approfondito i temi della pace e dell’azione comune.
Uno dei momenti di maggiore impatto è stata la proiezione del documentario “Sulla Loro Pelle”, che ha fatto luce sulle ripercussioni spesso trascurate sui diritti fondamentali delle persone migranti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio. È stato un potente promemoria del costo umano associato alle politiche di confine.
Il sapore internazionale del festival è stato ulteriormente arricchito dalla partecipazione del Centro di cultura curda di Roma, Ararat. Il Centro ha allestito un vivace stand che esponeva abiti e letteratura tradizionale, colmando i divari culturali e favorendo la comprensione.
Tuttavia, il No Border Fest non è stato solo una piattaforma di scambio culturale. Ha anche affrontato le questioni più urgenti del momento. Il festival ha coinciso con un’escalation del conflitto israelo-palestinese e ha risposto ospitando una toccante rappresentazione teatrale dedicata alla memoria dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni da Macerie a Gaza. Lo spettacolo è stato seguito da una cena palestinese, il cui ricavato è stato devoluto all’organizzazione Gaza Free Style, che si occupa di circo in Palestina per bambini e donne.
La prima giornata del festival si è conclusa con una performance di DJ che ha abbracciato davvero l’inclusività, con musica da tutto il mondo. È stata una testimonianza dell’impegno del festival a celebrare la diversità.
Il secondo giorno del No Border Fest ha fatto emergere voci più potenti. L’organizzazione Mediterranea, che si dedica al salvataggio dei rifugiati nel Mar Mediterraneo, ha condiviso il suo lavoro vitale. Il Mediterraneo è tragicamente diventato un cimitero umano a causa delle ondate migratorie, rendendo i loro sforzi ancora più critici.
Senza Confine ha presentato il libro “In Cammino Con Gli Ultimi” di Dinu Frisullo, che racconta una vita dedicata alla lotta per le comunità oppresse. L’organizzazione del Circolo Culturale ha aperto un dialogo sulla migrazione, permettendo agli individui di condividere le loro esperienze e opinioni sui confini, promuovendo un senso di comunità e comprensione.
Il festival si è concluso con l’esibizione di Piccola Radio, un progetto di Radio 53 che lavora a stretto contatto con i migranti. Hanno presentato il “Progetto di Web Radio Comunitaria”, illustrando il potere dei media e della comunicazione nell’unire voci diverse.
Nella 13ª edizione del No Border Fest, La Città dell’Utopia si è trasformata in un palcoscenico di speranza, collaborazione e resilienza. Promuovendo l’inclusività, le pratiche etiche, lo scambio culturale e il dialogo aperto, il festival si è posto come testimonianza del duraturo spirito umano di fronte alle sfide globali. Ci ricorda che, in un mondo di confini, c’è ancora posto per l’unità e la solidarietà. Il No Border Fest 2023 è stato un palcoscenico aperto per un mondo migliore e il suo messaggio continuerà a risuonare nei cuori di tutti i partecipanti.